Mention206437

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so:text Lo Scià Mohammad Reza credeva che niente fosse troppo per l'Iran e si era persuaso che, purché la nazione lo seguisse con convinzione, il cielo era il solo limite di ciò che poteva essere conseguito. Il suo idealismo, il suo attivismo, la sua sete di realizzazioni e la sua convinzione che l'apparato di governo potesse essere impiegato come uno strumento di cambiamento radicale rispecchiavano la sua formazione e la sua mentalità occidentale. Tradizionalmente, tuttavia, gli Scià iraniani, con poche eccezioni, concepivano il loro compito come quello di gestire la società, non trasformarla. Essi rappresentavano l'immobilismo della società. Ciò che è conosciuto come "costruttivismo" − l'idea che una società possa essere rimodellata secondo piani elaborati dai suoi leader – era del tutto estranea ad essi. Condividevano la convinzione delle persone comuni che il governo fosse, nella migliore delle ipotesi, un male necessario. Tutto quello che la maggior parte degli iraniani aveva tradizionalmente voluto dai suoi governi era di essere lasciati in pace per seguire tranquillamente la loro attività. Il governo era un mostro che prendeva da loro senza mai restituire niente. Di esso non ci si poteva fidare e doveva essere frodato ogni volta che se ne presentasse l'opportunità. (it)
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so:description The Unknown Life of the Shah (it)
so:description Citazioni di Amir Taheri (it)
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