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Se la donna diventa uguale all'uomo, sostengono le esponenti di questa tendenza, si tradisce la femminilità. E invece è proprio dall'esaltazione della femminilità, dalla sua costitutiva differenza, che bisogna partire. Da qui la nuova centralità attribuita alla figura della madre, perché è la capacità di procreare che conferisce alla donna la sua generosità e superiorità morale. Si ripropone così una separatezza naturale che da un lato vede un uomo immancabilmente aggressivo, violento, sopraffattore, e dall'altro una donna sempre fragile, attenta, accogliente. Ma la generalizzazione in due blocchi contrapposti, gli uomini e le donne, non porta da nessuna parte. Riconduce nella trappola dell'essenzialismo e non risponde a verità. (it) |