Mention208872

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so:text Giornali e tv stanno facendo di tutto per distrarre l'audience dalla assoluta prevedibilità del finale di questa storia, cioè la vittoria di Hillary Clinton. Sappiamo che Hillary Clinton è in vantaggio da prima che Trump sbagliasse tutto con la determinazione dei campioni. Questa amplificazione fisiologica delle minime inversioni di tendenza ha uno scopo diretto – quello di suscitare interesse – e uno indiretto – quello di sottoporre tutti i candidati a un test sotto sforzo continuo, esasperando ogni debolezza di chi sta vincendo ed esaltando ogni pregio dell'inseguitore. Ma anche a valle di tutto questo, comunque questa volta non c'è partita. i fatti torneranno a essere più rilevanti del racconto, stiamo calmi, Clinton tornerà a salire, è tutto normale. Inutile dire che la previsione si è avverata puntualmente. D'altronde il desiderio di raccontare un movimento è connaturato sia alla stampa che alla narrativa. Se non succede niente, cosa racconti? Tutti sanno che vincerà Clinton, e suggerire il contrario sta diventando sempre di più una menzogna pura più che una manifestazione di prudenza o un punto di vista minoritario. Questa volta non è stata tra repubblicani e democratici, ma quasi sempre tra il racconto delle elezioni e le foto dei gattini. E hanno vinto le elezioni, intese come macchina mediatica e narrativa capace di fare un buon film con qualsiasi tema. Vista così, la disfatta di un partito e del suo improponibile candidato mostro, contro la prima donna a governare un paese di 325 milioni di persone, non è un brutto soggetto. (it)
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so:description Citazioni di Matteo Bordone (it)
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