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Loro non raccolgono pubblicità, hanno un modello di business diverso da quello di noi editori classici. Li vediamo come complementari. Con la loro offerta toglieranno certamente un po’ di tempo di attenzione ai giornali, alle tv e ai libri... Ma la tv generalista serve piatti caldi da consumare in diretta. Loro sono una dispensa con prodotti preconfezionati sempre disponibili, noi viviamo del qui e adesso. Il problema enorme invece sono i "mostri del web": Facebook, Google e altri social che sfuggono a qualsiasi controllo fiscale e di trasparenza. Raccolgono pubblicità a tappeto ma non rendono pubblici i loro dati, danneggiano tutti i media. Vorremmo solo che fossero uguali a noi, o noi uguali a loro: stessi diritti ma anche stessi doveri. Perché dal punto di vista industriale non li temiamo. La tv ha riconquistato soprattutto nell’emergenza quel ruolo di credibilità e autorevolezza che è caratteristica dei veri editori. Offriamo un servizio di pubblica utilità. (it) |