Mention211130

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so:text Fu ucciso perché aveva scoperto che Borghese e la mafia si erano alleati per il golpe... il giornalista si fece scappare qualcosa con uno dei tanti boss che allora frequentavano il Circolo della Stampa che era dentro il teatro Massimo. Si è sempre detto che fu rapito. Non fu rapito invece né prelevato con la forza. Non ce ne fu bisogno. De Mauro conosceva bene uno di quei tre uomini, era Emanuele D'Agostino, mafioso di Santa Maria del Gesù. Gli altri due erano Bernardo Provenzano e Stefano Giaconia. Quando Emanuele D'Agostino seppe al Circolo della Stampa che De Mauro era a conoscenza del golpe, raccontò tutto a Stefano Bontate che era il suo capo. Stefano avvertì gli altri boss della Commissione, tra cui Giuseppe Di Cristina di Riesi e Pippo Calderone di Catania. Tutti volarono subito a Roma insieme a uno che chiamavano "l'avvocato", non esercitava la professione ma era laureato... Andarono a Roma per parlare con il principe Borghese, con un certo Miceli che forse era un militare e forse con un certo Maletti... Da Roma partì subito l'ordine di chiudergli la bocca... I miei amici mafiosi, quando ritornarono a Palermo, mi raccontarono che quella gente era molto preoccupata, mi dissero che avevano paura, che se fosse uscita anche la più piccola delle notizie sull'operazione che stavano preparando, loro sarebbero stati tutti arrestati. (it)
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so:description Citazioni di Francesco Di Carlo (it)
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Triples where Mention211130 is the object (without rdf:type)

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