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Ritengo che nessun reporter abbia mai dovuto fronteggiare le enormi difficoltà che i giornalisti incontrano oggi in Afghanistan. Nessuno, prima, aveva mai conosciuto il caos fuorilegge che impera nella regione. Dalla seconda guerra mondiale al Vietnam, i corrispondenti sul campo hanno sempre lavorato al riparo dei propri eserciti. Quando arrivavano in prima linea si sentivano sicuri perché protetti dalle truppe di casa loro. Ma in Afghanistan la prima linea non esiste neppure, così come non ci sono zone di guerra o schieramenti definiti di truppe. I corrispondenti sono costretti a muoversi individualmente. (it) |