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Lo Scià definì la modernizzazione dell'Iran come il principale obiettivo della sua vita, eppure rifiutava categoricamente di vedere che non ci poteva essere nessuna autentica modernizzazione senza democrazia. Spesso accennava alla sua istruzione svizzera come parte delle sue credenziali di democratico profondamente impegnato, ma, allo stesso tempo, era convinto che l'Iran non fosse ancora maturo per la democrazia, e che fosse suo dovere come «padre della nazione» salvare gli iraniani da una vita indolente fatta di preghiera, pellegrinaggio, piccolo commercio, agricoltura arretrata, e artigianato a domicilio. Voleva inoltre trasformare l'Iran in un secondo Giappone, farne una delle cinque o sei principali potenze mondiali alla fine del secolo. Considerava se stesso come il custode della grandezza e della libertà dell'Iran, e negli ultimi anni estese la sua autoproclamata missione di salvare l'Iran fino a includere il mondo intero. (it) |