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Dopo pochi anni, nella stessa città, Moreno fece il passo successivo a quello di Freud suggerendo una formula rivoluzionaria, un’alternativa pragmatica: far salire lo spettatore sul palco a rappresentare se stesso di fronte ad altri spettatori che a turno avrebbero preso il ruolo di protagonisti e attori. Non si trattava solo di uno strumento psichiatrico di cui avrebbero approfittato tutti, anche gli allievi di Freud, ma di una nuova formula di espressione teatrale. A Moreno fu chiaro che gli spettatori non si limitano a identificarsi nei grandi personaggi sulla scena. Non avendo una scena dove elaborare la propria storia, rischiano di perderla d’occhio Il suo Teatro della Spontaneità nacque in alternativa a una cultura teatrale talmente anemica che Karl Kraus poté dirne: Un tempo a Vienna gli attori erano veri e le scene di cartapesta, ma oggi accade il contrario. (it) |