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È così! I più grandi uomini, le figure nostre più luminose, non trovarono mai chi si agitasse in loro favore: Francesco de Sanctis e Luigi Settembrini hanno appena due povere teste marmoree in quel giardino pubblico che chiamiamo la Villa; Salvator Rosa, Luca Giordano, Pietro Giannone, Carlo III, nulla; e i monumenti di Napoli sorti da cinquant'anni a questa parte, – salvo qualche rarissima eccezione – rappresentano, nella sciagurata decadenza della Scultura, la Partigianeria, la Politica e l'Intrigo...
Nemmeno le Accademie, delle quali pure il Capasso fu tanta parte, si mossero per onorarlo. Ma si muovono, forse, le Accademie? O non sono, forse, ora più che mai, acque stagnanti, necropoli anticipate, in cui si adagiano e nicchiano, nel severo raccoglimento che è torpore letale, le Mummie dell'Arte, della Letteratura e della Scienza?
Conto fra gli Accademici amici illustri e carissimi, viva minoranza d'intelletti fervidi in quelle Case dei Morti; e mi domando da anni perché non si riuniscono, in una iniziativa che qualcuno già tentò di sviluppare! Or vedremo invece altri marmi, non meno brutti di quelli già esistenti, ingombrare le piazze. (it) |