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Scalvini soffrì assai in prigione. Vi cadde gravemente ammalato, e forza fu trasportarlo nella infermeria, ove ebbe a vicini di letto, assassini; per infermieri, assassini. Egli ebbe molto a lodarsi di essi. Gli portarono grande rispetto, gli mostrarono gran deferenza ed ebbero di lui affettuosa cura. Egli trasse partito da una sì dolorosa e strana vicenda per una natura d'uomini, che altrimenti avrebbe sempre ignorata; ed ebbe occasione di conoscere, che pochi umani, o nessuno forse, è mai tanto abbandonato dal cielo da essere interamente diseredato della bontà del cuore. La povera sua madre lo vide in quel luogo, fra quelle miserie, in quella compagnia! (it) |