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Molti scudetti juventini sono dipesi dalle prodezze dei fratelli Hansen e di Praest, di Charles e Sívori, di Platini e Boniek. Ma dietro di loro c'erano solide difese tutte italiane, le dure fatiche di umili, ma indispensabili gregari come Emoli, Colombo o Furino, le geniali ispirazioni a centrocampo di Boniperti, o addirittura un blocco di sette giocatori capaci di vincere in maglia azzurra la Coppa del Mondo in Spagna. E, dunque, chi tifava Juventus, trepidava e gioiva per una squadra di buon tessuto italiano, con il fiore all'occhiello di un paio di campioni stranieri, e godeva per uno scudetto che, per nove undicesimi, era il prodotto di un lavoro autoctono. Anche per questo la squadra bianconera è diventata "la fidanzata d'Italia", oltre che un simbolo di Torino, quanto e talvolta perfino più della Fiat, e un valore aggiunto dell'immagine della famiglia Agnelli. (it) |