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Un tale volle chiedere a un folle di Dio: «Dimmi, cos'è mai questo mondo? Cos'è mai questa nostra immensa dimora?». Quegli rispose: «Questo mondo di gloria e d'infamia è simile a una palma dagli infiniti colori. Se qualcuno sfregasse la sua corteccia con le mani, si scioglierebbe come cera. Ma essendo fatto realmente di cera, che altro può essere? E quegli infiniti colori in realtà sono pure apparenze». Poiché tutto è pura unità, ogni dualità è qui inconcepibile, per cui non ha senso dire «io» e «tu». L'interminabile scala della creazione si snoda attraverso infiniti «io» e «noi», e per questo è così facile cadere dai suoi gradini. Più in alto vuoi salire e più stolto ti dimostri, giacché scivolando conoscerai una caduta più rovinosa. Se non morrai a te stesso per vivere in Lui, sarai considerato un ribelle, giacché avrai scelto di associarti a un pugno di mosche. Ma se vivrai in Lui, potrai conoscere il mistero dell'unità: unità purissima, non volgare associazione. (it) |