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A quel tempo la mia vita, e quella della maggior parte degli xhosa, era modellata dalla tradizione, dai rituali e dai tabù. Questi erano il principio e la fine della nostra esistenza, e nessuno osava metterli in discussione. Gli uomini seguivano il sentiero tracciato per loro dai padri; le donne conducevano la vita che avevano condotto le madri. Senza che nessuno me ne avesse parlato, imparai presto le regole che governavano i rapporti tra uomini e donne. Scoprii che un uomo non può entrare in una casa dove una donna ha di recente partorito un bambino, e che una donna fresca dal matrimonio non può varcare il recinto della sua nuova casa senza un elaborato rituale. Imparai anche che non curarsi degli antenati porta sfortuna e fallimento nella vita. Se uno disonorava in qualche modo gli antenati, l'unico mezzo per rimediare al torto era quello di rivolgersi a un guaritore tradizionale o a un anziano della tribù, i quali comunicavano con gli antenati e presentavano loro profonde scuse. Tutte queste credenze mi sembravano perfettamente normali. (it) |