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Anche la canzone romana ha subito la sua dose di banalizzazione commerciale. Erano gli anni in cui i dischi cominciavano a rendere tanti soldi e i discografici fiutarono subito in quale direzione andare: trasformare tutto in prodotto ritmico-ballabile. La legge generale si impose: la quasi totalità dei prodotti deve essere ballabile. Spariscono perciò i rallentati, gli affrettati, le corone, le sospensioni e si dileguano quasi del tutto anche le dinamiche. Il disco per entrare in classifica, nel novanta per cento dei casi, deve avere un metronomo unico da capo a fondo, deve avere un ritmo ben marcato, segnalato possibilmente da una percussione dominante. La canzone diventa cioè fondamentalmente antiteatrale. (it) |