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Se esiste al mondo un uomo capace di riflettere senza arrossire al modo con cui l'uomo ha sempre trattato la donna, quell'uomo, a propria giustificazione può dire soltanto che non si ritiene responsabile degli errori commessi dai suoi predecessori. Una volta assolto da ogni responsabilità per quanto riguarda il passato, c'è da sperare che quest'uomo da ora in poi si comporterà con maggiore intelligenza e senno. Le donne del secolo scorso venivano trattate in maniera non dissimile da come, purtroppo, vengono tuttora trattati i negri in molti luoghi. Le donne, si diceva, hanno un cervello più piccolo di quello maschile, e perciò minore intelligenza; sono più emotive e instabili; nei momenti critici per lo più svengono e comunque non sono di nessun aiuto. Sono creature fragili, dotate di scarso discernimento e di buon senso ancor minore; impossibile fidarsi di loro per quanto riguarda il denaro, e nel lavoro son capaci di espletare funzioni semplici, pressoché manuali. Tutta questa serie di preconcetti venne a cadere durante la prima Guerra Mondiale, quando per la prima volta le donne furono chiamate a sostituire gli uomini in mansioni che sino a quel giorno erano state di pertinenza esclusivamente maschile. (it) |