Mention228901

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so:text Hans Holbein il Giovane ricevette dal padre, Hans Holbein il Vecchio, la prima educazione artistica. Il vecchio Holbein non era pittore da poco. Aveva elaborato con pazienza da artigiano e con intelligenza da umanista le premesse che la tradizione pittorica della Germania meridionale e della pittura fiamminga gli offrivano per raggiungere una pittura vigorosa e penetrante e uno stile da ritrattista nella raffigurazione di soggetti sacri: la sua attenzione si concentrava sull'uomo tendendo a una resa efficace del portamento e del gesto, a una accentuata chiarezza icastica e alla penetrazione individuale della fisionomia entro forme plasticamente solide e animate dal vigore della linea. Accoglieva anche qualche motivo architettonico e compositivo, indirettamente appreso, dall'Italia. Ma accanto al padre il giovane Holbein vedeva al lavoro lo zio Sigmund – peraltro a noi malnoto – e soprattutto il più ammirato pittore di Augusta, Hans Burgkmair. È da credere che soprattutto da quest'ultimo, già più volte disceso in Italia, e segnatamente a Venezia, egli apprendesse la fluidità della pennellata e il caldo splendore delle tinte. Pure, il Burgkmair non raggiunse mai quella sicura semplicità di composizione che già i primi saggi del giovane Holbein presentano, né giunse mai a sommergere pienamente nella pastosità cromatica e chiaroscurale del volume il nervoso tessuto lineare che a lui discendeva dalla tradizione patria. (it)
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so:description Citazioni di Roberto Salvini (it)
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