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È un buon romanzo, voglio ammetterlo, per quanto ci si senta il lombardo che si diverte coi riboboli toscani, raccattati razzolando nei pagliai della Val d'Elsa. È un romanzo storico, ben colorito e scritto in modo divertevole; ma tolta qualche buona macchietta, come quel Don Abbondio, o quel Don Ferrante, mi pare che non ci appariscano dei grandi personaggi, e che d'altra parte sia ridicolo di tare, di due poveri diavoli, piuttosto pallidi e menci, come Renzo e Lucia, addirittura l'architrave di tutta la fabbrica. (it) |