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L’estate italiana dei suicidi sarà ricordata come una delle stagioni più drammatiche del dopoguerra. Muore in carcere il campione dell’impresa pubblica, Gabriele Cagliari, e tre giorni dopo gli risponde lo sparo di Raul Gardini, campione di un’impresa privata che ha sfidato il grande mistero della chimica di Stato, fino a ripiegare sconfitto davanti al terzo interlocutore: i signori dei partiti, regolatori e padroni degli anni Ottanta. I due epiloghi, umanamente pietosi e politicamente feroci, ci dicono che quegli anni e quel potere sono finiti davvero, ma per dirlo scelgono la strada estrema del suicidio. Quasi che non si potesse sciogliere altrimenti l’ultima dipendenza da quell’epoca. (it) |