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È il più crudo e antiermetico songwriter che ci sia. A 14 anni ero abituato a scrivere slogan fantascientifici in salsa New Wave. Poi ho letteralmente sbattuto contro il suo stile prosaico, quella capacità di mutare una strofa in un discorso, tante parole in spazi così piccoli che si trasformano nella magia di un rap intonato. Quando canta è un vero e proprio miracolo: mi sembra un pittore che, per farti vedere una figura, dipinge tutto lo spazio intorno tranne la figura stessa, in modo da costringerti a una deduzione . È strano, ma Lou Reed mi ha svelato il segreto per essere ciò che volevo: liberamente antipoetico. Potevo essere spigoloso, crudo, tralasciare le rime, usare parole inusitate nelle canzoni. (it) |