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Augusto, di fatto, non ha lasciato solo quel suo testamento di Ancara, inciso sulla pietra: il suo testamento secondo è LEneide. È ben giusto che l'Impero spento nei suoi signori rimanga, unico e antico, fin dove e fin tanto che la voce del suo cantore resiste in mezzo ai mortali. È tempo anche per noi, dacché gli antichi appelli guerieri sono rimasti senz'anima, guardare, in compagnia del Tennyson che viaggia oltre Mantova, verso le cime dei pioppi di Andes: «I salute thee, Mantovano, I that loved thee since my day began, wielder of the stateliest measure ever moulded by lips of man (it) |