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In primo luogo avevo trovato il mio albergo, il Croce di Malta, molto accogliente, sistemato com'era in un gigantesco palazzo sul bordo della rada brulicante e non molto pulita. Era la casa più grande in cui fossi mai entrato, solo il pianterreno avrebbe potuto contenere una dozzina di caravanserragli americani. Nell'ingresso incontrai un signore americano, il quale, e ne aveva in realtà pieno diritto, era seccato per quelle dimensioni fastidiose – ci voleva un quarto d'ora per salire dal piano terra – e desiderava sapere se esistevano a Genova degli alberghi «un po' più semplici». L'edificio costituisce un eccellente esempio di architettura genovese; per quanto abbia potuto osservare vi erano poche case più piccole di questo titanico hotel. (it) |