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Con l'inserimento – avvenuto nel corso della modernità – del diritto nell'apparato di potere più perfezionato, ossia nello Stato, dietro l'incubo parossistico dell'ordine pubblico, il diritto si è visto sostanzialmente stravolto nella sua natura e funzione originarie e chiamato a svolgere il ruolo di apparecchio ortopedico del potere politico, di controllo sociale. Da qui la sua riduzione tutta moderna in un complesso di leggi, cioè di comandi sovrani, in una gerarchia di manifestazioni con al sommo – ovviamente – la legge, con un progressivo isterilimento della consuetudine. (it) |