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Il problema che preoccupava Patmore fin dalla giovinezza era la sublimazione della vita corporale mediante la sua interpretazione simbolica. Solo la Chiesa cattolica favoriva la concezione dell'amore terrestre come primo stadio, adombramento dell'amore celeste Solo con una conversione al cattolicismo, che vedeva nella Donna l'immagine del Paradiso, il Patmore poteva comporre il dissidio tra il suo essere senziente e la sua aspirazione religiosa. Dopo tergiversazioni e interiori dibattiti, una notte, mentre era solo nell'albergo, vide che la serenità poteva essergli data soltanto da una completa sottomissione. Roma, che già gli era parsa una capitale di terz'ordine, era adesso per lui l'Universo. Scriveva a un amico: «Ci sono qui per voi i santuari di Shelley e di Keats, per me il Limina Apostolorum. (it) |