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Nei galatei sono considerate bambine cattive le bambine impazienti e sgarbate, le egoiste, le bugiarde, le pigre, le ghiotte, sono condannati cioè tutti i comportamenti opposti alle virtù classiche per le bambine dei galatei: la pazienza, la docilità, la diligenza, la moderazione e la bontà. Botte e punizioni di vario tipo non sembrano mancare nei ricordi autobiografici. I figli – ricorda Regina Terruzzi – si crescevano con la bacchetta: «La mia vicina di banco, maggiore di tanti marmocchi, mi raccontava delle battute materne per sgorbi sui quaderni, per macchie sui fogli dei compiti e spesso mi mostrava le ecchimosi sulle braccia e sulle gambe». E anche quando non si ricorreva alle botte «la bacchetta faceva bella mostra di sé in cucina, appesa sopra il camino e bastava indicarla per farci rigar dritto: era una specie di testimonianza a garanzia della quiete domestica. (it) |