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È un libro prezioso e monotono, che si dovrebbe leggere sotto la luce pacifica, filtrata da bianche tende, all'angolo di una finestra che dà su una strada deserta. Scivola lentamente, dolcemente, sull'anima come quei lunghi battelli piatti delle Fiandre sull'acqua immobile di un canale. Per scriverlo, Georges Rodenbach, come del resto per Bruges la morta, è disceso dentro di sé in quelle regioni oscure e ricche in cui si sono depositate le impressioni dell'infanzia. Niente uguaglia la forza e la fecondità di quelle impressioni; in esse, tutta la nostra sensibilità è in germe, la nostra sensibilità vera, non adulterata dall'infiltrazione letteraria, né modificata dagli influssi esterni. (it) |