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Io non dirò come un pessimista amico mio: l'ultima canzone napoletana fu scritta da Gigi Denza, Funiculì, funicolà; ma son pure obbligato a riflettere che le canzoni dell'ultimo ventennio troppo facilmente si adattano al ballo: talune col ritmo della polka, tal'altre col ritmo del valzer, il resto quasi tutte per la contraddanza, mentre le antiche si adattavano soltanto alla danza deliziosa che i piccoli marosi di Marechiaro a Posillipo obbligano a fare alla barca: cioè alla vera e molle barcarola, che divien tarantella, quando i marosi s'indemoniano; sono obbligato a riflettere, per di più, che i successi delle canzoni d'oggi, meno difficili, ma assai meno durevoli degli antichi, si debbono più alla sfacciata réclame, alla pornografia del verso, all'ambiente del caffè-concerto, anziché alla musica, e, per conseguenza, non mi sento di chiamare assurdo quel povero pessimista amico mio! (it) |