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Alfred: Dovremo mandarle la polizia prima che rivenda le perle.
Bruce Wayne: Non lo farà, le piacciono troppo. E non stava cercando quelle.
Alfred: E cosa cercava, allora?
Bruce Wayne: Le mie impronte. C'era toner per stampante misto a grafite sulla cassaforte, le rivela facilmente e non è rintracciabile.
Alfred: Affascinante, dovreste scambiarvi gli appunti davanti a un caffè.
Bruce Wayne: Ora vuoi sistemarmi con una ladra di gioielli?
Alfred: A questo punto la sistemerei con uno scimpanzé, se la facesse tornare nel mondo.
Bruce Wayne: Non c'è niente nel mondo per me.
Alfred: Ed è questo il problema, ha appeso maschera e mantello ma non è andato avanti, non ha provato a rifarsi una vita, a cercare qualcun altro...
Bruce Wayne: Alfred, io avevo trovato una persona.
Alfred: Lo so, e l'ha perduta, ma questo fa parte della vita, signore. Però lei non sta vivendo, sta aspettando nella speranza che le cose peggiorino. Ricorda quando ha lasciato Gotham, prima di tutto questo, prima di Batman? È stato via sette anni, per sette anni l'ho aspettata sperando che non tornasse più. Ogni anno facevo una vacanza, andavo, andavo a Firenze, c'è un caffè sulle rive dell'Arno. Ogni sera andavo a sedermi lì e ordinavo un Fernet Branca. E avevo un sogno: che un giorno, guardando tra la gente ai tavoli, l'avrei vista lì, con, con sua moglie e magari con un paio di marmocchi. Lei non mi avrebbe detto una parola e nemmeno io a lei. Ma entrambi avremmo saputo che ce l'aveva fatta, che era felice. Io non volevo che lei ritornasse a Gotham. Ho sempre saputo che non c'era niente per lei qui, solo drammi e sofferenze. E volevo che avesse qualcosa di più di questo... E lo voglio ancora. (it) |