so:text
|
Moreno ne Il teatro della spontaneità in effetti mescolava i suoi mitici ricordi di animazione nei parchi di Vienna, con prostitute e bambini, su alcune disposizioni di gioco drammatico spontaneo su tecniche e modalità fuori campo, e così attirava e si faceva odiare per la sua diretta partecipazione e per la sua oggettiva esperienza. Ed allora da un lato sembrava quasi impossibile che un simile Moreno potesse dirci ancora qualcosa della grande cultura austriaca degli anni venti, con quella pratica di superficie, con quella miscela anti-intellettuale; mentre dall'altro lato davvero sembrava sulla soglia e dentro gli anni sessanta che quel suo libretto avesse tanta divinazione e tanta predizione, tanta voglia di cambiar scena e scuola arte e didattica, sull'onda di quell'eroico e comico assieme impegno creativo partecipazionale dell'Italia del doposessantotto, a teatro e nelle scuole, tra i bambini e i malati. (it) |