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Anche io, come i giocatori italiani, ho iniziato a giocare in strada. È lì che si formano, in tutto il mondo, i buoni giocatori e forse anche le buone persone. Noi in Polonia in strada dimostravamo subito quello che sapevamo fare meglio. Chi correva, chi picchiava, chi calciava con destrezza. E ognuno veniva subito indirizzato dove il talento lo portava. In strada vige, da sempre, la legge del più forte. Ma con una eccezione: il proprietario del pallone. Io ero piccolo, gracile ma avevo una smagliante sfera di cuoio. L'avevo perché mio padre giocava in Serie A e anche questo accendeva su di me una luce particolare. (it) |