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L'assiduo dei cineclub partecipa a una forma di intrattenimento di massa con l'animo di chi frequenti un teatro o una biblioteca: è alienato dalla massa, parla un linguaggio che non ha rapporto con quello di massa, ma forse il fatto che, per lui e per lo spettatore di massa, le circostanze sono uguali o quasi, lo degrada, gli dà i conforti dellinserimento. Si forma un mondo di cultori del cinematografo che in pratica serve all'industria come terreno sperimentale. Come se un latifondista che coltiva intensamente i suoi terreni lasciasse qualche podere a liberi agricoltori, per visitarli ogni tanto e appropriarsi di questa o quella nuova coltura sorta grazie a una inventiva meno legata alle esigenze del mercato. Se un regista o un critico si formano nella serra dei cineclub e paiono dotati di spirito artistico , vengono subito assoldati, inseriti con catene più o meno allentate nell'apparato. E la magia agisce: di fatto il loro spirito diventa merce, repertorio di trovate nuove, vendibili, esauribili dopo essere state dolcificate. (it) |