so:text
|
Come tutti gli autori profetici Jünger balbetta. Egli autorizza una seconda lettura, proposta da Patočka. Il filosofo ceco prolungava l'esperienza del fronte con l'esoterica solidarietà di quelli che ne accettano lo sconvolgimento assoluto. Il Bene, la Salvezza, l'Immortalità e non meno la Razza, la Classe, il Genere umano, tutte le pretese verità del "giorno" perdono allora la loro immacolata evidenza. In mancanza d'ideali comuni incrollabili, una comunità demistificata può nondimeno far fronte. Nelle resistenze che inventano esseri alle prese con l'Erlebnis delle desertificazioni letali, Patočka individua i sintomi di una solidarietà degli afflitti. Quella che, dall'origine greca dell'Occidente, giura con Eschilo «né dispotismo né anachia», quella che oppone alla tirannia la democrazia e alla teologia delle violenze divine la filosofia della cura di sé, i. e. della cura del male intorno e nel più profondo di sé. Non è una simile solidarietà dei mortali che evoca la melopea dei pescatori delle Azzorre? «Il canto dell'uomo – questa canzone che contemporaneamente si dispiega con orgoglio e supplica sommessa.»Libertà davanti alla morte, uguaglianza nella morte, fraternità contro la morte, assolutamente contro. Così naviga la repubblica universale dei dissidenti. (it) |