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Ad Hailé Selassié non sarebbe mai venuto in mente di presentarsi candidato in una competizione elettorale: per governare gli bastava la legittimazione divina. Sékou Touré non avrebbe mai dialogato con i capi dell'opposizione: li avrebbe accusati di complottare contro di lui, con l'appoggio del Vaticano e delle SS, e poi li avrebbe liquidati. Idi Amin Dada non invitò mai osservatori sul rispetto dei diritti umani, probabilmente gli era completamente ignoto il concetto stesso... Invece il «Fratello Militante Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, Capo di Stato e di Governo, Presidente Fondatore del Partito Democratico della Guinea Equatoriale» agisce in modo ben diverso. Questo militare, formatosi in pieno franchismo nell'Accademia Militare di Saragozza, ha subito una profonda trasformazione. Oggi si riempie la bocca di discorsi sui diritti umani e sulla democrazia e c'è persino chi sembra dargli credito. Una società italiana, con interessi in Guinea, ha riconosciuto il savoir faire del capo di stato e gli ha conferito il Premio Umberto Biancamano «per il rispetto dei diritti umani». È deplorevole il fatto che la società italiana non abbia spiegato quali diritti umani abbia esattamente rispettato. (it) |