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La potenza del suo ingegno era grande: nuovo Napoleone africano, avrebbe potuto formare dell'Abissinia e degli altri confinanti regni etiopici un grande e florido impero: ma invece sembra che Dio l'avesse mandato per distruggere il paese, che gli aveva dato i natali. Ecco le principali sue doti: parola vibrata che incantava i soldati, ed alla quale nessuno osava opporsi; silenzio e mistero rispetto alle imprese che intendeva compiere, cosicché centomila uomini dovevano seguirlo, senza sapere che volesse e dove mirasse; marciate a gran corsa da giungere all'improvviso ed in un'ora od in un giorno dove prima si arrivava in due; disegni di guerra grandiosi e mirabili, e strategie sino allora ignote; imperturbabilità di animo nei cimenti, nei pericoli, nelle vittorie, nelle disfatte, e nell'applicare i rigori della sua ira contro i vinti. Tolte queste qualità , proprie di un celebre conquistatore, in fatto di Governo non valeva nulla, e nulla fece per riordinare l'Abissinia, e godere delle vittorie riportate e delle conquiste compite. Grande nel concepire ed eseguire un disegno; raggiunto l'intento, mandava a male con le sue stranezze ogni cosa. (it) |