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Teseo: Sono stanco... che paura, che dolore è stato! Quando alla fine, procedendo accuratamente, distinsi nel buio i suoi occhi che brillavano! Tristi e intelligenti, come umani, mi sembrò che versassero lacrime! Ah, noto venticello di terra, soffio profumato del mondo terreno, soffia su di me, rinfrescami, purificami!
I miei capelli si sono riempiti di ragnatele, la muffa del mondo sotterraneo ha avvolto il mio pettorale, nella bocca e nelle narici si avverte ancora la bestia dall'alito pesante riversatosi su di me svelandomi il suo vero volto. Mio grande Fratello! Che sporcizia insostenibile, che paura, come ho combattuto per raggiungere la bestia immane e assetata di sangue e per sentire una voce umana, una sospirata voce umana. Che chiamava piano, supplichevole, il mio nome! E quando giunsi a mescolarmi con un urlo, che nuova lotta per salire fino alla tua vetta, per pulire il tuo capo sacro dai peli e dalle corna, e dalla bava velenosa, per godere accarezzando il tuo volto divino, ormai afferrato, immacolato, rasserenato, purificato! Quante migliaia di anni hai combattuto per sfuggire? Quante migliaia di anni ha muggito di vergogna e di dolore? Si è nascosta dentro di me un'anima indissolubile, schiacciata da pesanti cadaveri, che chiedeva aiuto! E mentre combattevamo si fondevano i nostri respiri, come hai fatto a conoscermi e a chiamarmi con il mio nome, come hai capito che fossi io quello che aspettavi? Padre, compagno, mio figlio unico, come devo appellarti, ci siamo separati ma non potevo, ahimè, distinguere bene nel buio il tuo volto liberato . (it) |