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Credo proprio che il problema sia un altro: nel bene e nel male sono stato un atleta scomodo, una specie di odiatissima realtà per tutta la cattiva coscienza dell'atletica. E così ogni volta che mi muovo sono costretto a prendere insulti e schiaffi. Non mi dispiaccio più di tanto. Quello che farò fra qualche ora fa parte soltanto del piacere continuo e mai domo di misurarmi con me stesso. E se poi addirittura il tempo che farò vale un riconoscimento a livello di nazionale bene, io sarò contento e credo forse dovrebbero essere contenti anche quelli dell'atletica. Se questa è un'attività fatta da uomini, e non da robot, o da gretti personaggi in cerca di miserande rivincite. E pensa che bello per me: questa volta non ho l'obbligo di arrivare primo, ma solo il piacere di una sfida in teoria impossibile. Che gusto! (it) |