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Sono stato molto amico dei genitori di Ilaria e di lei ho scoperto, ad esempio, che conduceva le inchieste non andando insieme alle truppe, rifiutando dunque un punto di vista embedded, e non dormiva insieme agli altri giornalisti italiani, perché riteneva quel luogo controllato. Già questo fa capire i rischi a cui si è esposta, oltre al fatto di essere una giornalista donna in un mondo di inviati prevalentemente maschile, in Somalia, nel 1994. Ma succede ancora, solo l’anno scorso sono stati 80 i giornalisti morti in giro per il mondo. Quando accade sembra quasi un danno collaterale, ma non lo è, perché i giornalisti non sono armati e cercano solo di raccontare la verità con penna e telecamere. (it) |