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Riunite l'apparenza delle materie della mollica di pane bianco, del latte, della polvere di talco e dell'acqua, mescolate e fate di ciò un eccessivo mausoleo, fateci un'entrata spalancata e formidabile, come per uno squadrone di cavalleria, ma dove non entrò mai che una bara. Non dimenticate le così inutili finestre con grate di marmo . Non dimenticate le inutili finestre di marmo dove la così intensamente rimpianta, la rimpianta del Gran Mogol, di Scià Jehan, potrà venir a presentarsi al fresco della sera.
Malgrado i suoi ornamenti rigorosi, puramente geometrici, il Taj Mahal ondeggia. Il fondo della porta è come un'onda. Nella cupola, l'immensa cupola, un niente di troppo, un niente che tutti provano, qualcosa di doloroso. Dappertutto una medesima irrealtà. Perché questo bianco non è reale, non pesa, non è solido. Falso sotto il sole. Falso al chiaro di luna, sorta di pesce argentato costruito dall'uomo, con un intenerimento nervoso. (it) |