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Il Capoquadri, educato nella scuola antica, alle lentezze che le erano proprie, aggiungeva quella della sua natura e del suo ingegno. Lo studio di una questione gli teneva occupata la mente per mesi interi; e quando aveva formata la sua tesi con larga preparazione di dottrine, ed ordinatane la dimostrazione, altrettanto tempo spendeva ad escogitare e risolvere tutti gli obietti che avrebbero potuto oppugnarla. Ed in questo processo critico l'acutezza del suo intelletto era meravigliosa, perché rare volte accadeva che l'avversario potesse proporgli difficoltà che gli non avesse già pensate e risolute. Era, come egli diceva, una tortura che infliggeva a sé stesso per assicurarsi della dialettica del suo ragionamento. (it) |