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Era un ritorno. Il sole spandea per i boschi ducali, | precipitando, un fuoco torbido. Ma su l'acque, || chiuse da quel gran cerchio di tronchi infiammati, | un pallore | cupo regnava. Raggio non le feriva alcuno. || Chi nel divino grembo del lago adunava tant'ira? | Livide, mute, l'acque minacciavano; || come d'un lungo sguardo nemico seguivano il nostro | passo; vincean d'un freddo fascino i nostri cuori. || Una paura ignota ci strinse. Pensiero di morte | illuminò d'un lampo l'anima sbigottita. || Parvemi andar lungh'esso un lido letale, uno Stige; | e de l'amata donna l'ombra condurre meco. || Tutte di nostra vita lontana le imagini vaghe | si dissolveano; ed ecco, tutto era morte in noi, || tutto; ed il nostro amore, il nostro dolore, la nostra | felicità non altro eran che morte cose. (it) |