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La "follia" di Walser, preesistente alla diagnosi clinica, è dunque la cellula germinale degli spazi irreali, di quella immaginazione malinconica che sembra percorrere, con la divina levità degli eterni proscritti, le «camere intime» di un'interiorità poetica confinante con i profili sfuggenti e più veri delle cose. Già vivere alla periferia del mondo borghese, già chiedere non felicità, ma oblio, già voler essere e restare "piccoli", come aveva detto Jakob, già sapere di poter respirare solo «nelle regioni inferiori», nelle miniere di Falun dei "senza patria" e dei "non nati", già tutto questo è uno scandalo per la ragione, un misfatto imperdonabile per il senso comune. (it) |