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Era sera quando arrivai in città. Una sagra era stata allestita lungo tutta via Caracciolo e Posillipo, con tamburi, pifferi e tarantelle. Più tardi i fuochi d'artificio illuminarono l'intero golfo. Non avevo più visto niente di così spettacolare dai bombardamenti notturni dei primi anni quaranta. Ho capito, allora, come luci e saette non siano sempre messaggeri di morte, ma possano invece rappresentare un rituale incantatorio grazie al quale cacciare i demoni ed esorcizzare la malasorte. Mi sentivo a mio agio, completamente solo, anonimo e libero tra migliaia di anonimi e liberi stranieri. (it) |