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La fame di novità letterarie porta Lucia a stabilire contatti intensi con il fiorentino Gabinetto Vieusseux che dal 1928 è diretto da Montale e la cui biblioteca circolante può offrirle in tempi rapidi i suoi oggetti del desiderio. È grazie a Montale che Lucia Rodocanachi conosce Vittorini, il quale tra il 1929 e il 1930 ha traslocato da Siracusa a Firenze, dove frequenta l'ambiente della rivista «Solaria» e il giro del caffè letterario delle «Giubbe Rosse». In una lettera del 9 maggio 1933, Eugenio chiede all'amica se è disponibile ad aiutare Vittorini che «deve consegnare fra non molto il St. Mawr di Lawrence a Mondadori». Il tempo stringe, aggiunge il poeta, e Elio deve tradurre ancora la metà del libro, ovvero 150 pagine: «Accetterebbe di farle lei, solo letteralmente, a tamburo battente?». La Signora accetta e con il romanzo di D.H. Lawrence prende avvio una decennale collaborazione, editorialmente proficua ma ricca di equivoci e di ambiguità (it) |