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Provo a dire, io che l'ho visto e ammirato in campo e che con lui ho dialogato particolarmente quando d'estate andavo a trovarlo a Grado e lui mi spiegava e mi raccontava, lui che aveva fama di carattere dolce e levigato come la carta vetrata. Dimmi come era Capello e come giocava. Faceva correre la palla, apriva e spalancava gli occhi anche per gli altri. E non faceva tanti gol, ma tutti importanti, quarantaquattro in campionato e anche otto in azzurro, con quel memorabile gol a Wembley, un gol che fece lacrimare una classe operaia che lassù nell'Isola per un attimo si sentì in Paradiso. E sapeva vivere. (it) |