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Talvolta a me pare che il Wilamowitz fu nietzscheano senza saperlo, specie nell'idoleggiamento della sua funzione educativa, nella consapevolezza sovrana della missione di dotto e anche della forza evocatrice del suo stile che talvolta cede felicemente alla metafora. Quando riprende da Omero il sacrificio di Tiresia alle ombre dell'al di là e trasferisce il sangue delle vittime al suo cuore, quando le ombre dei morti cari a Odisseo diventano le ombre di Euripide o di Platone, il Wilamowitz diventa sacerdote e connota l'operazione critica di un'aura sacra facendo della storia un rito che non è solo la esaltazione della scienza filologica e, in ogni caso, ha potuto tener presenti alcune pagine del Nietzsche. Quell'immagine che è nell'Heracles, ma è anche in un discorso del Wilamowitz sulla storiografia che tenne in Inghilterra, ha colpito i lettori molto più di una congettura.
Rinsanguare le ombre del passato diventa non solo il del filologo di ogni epoca, ma anche un segno di rinnovamento, un emblema programmatico: viene ammesso che la tecnica o l'accertamento ermeneutico non è sufficiente all'esercizio della critica. (it) |