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Il «no» – anche quello radicale – della libertà è la tremenda possibilità dell'uomo, ma non è l'ultima parola della storia, al limite ne è solo la penultima. Il «sì» di Dio è l'ultima parola della storia, perché ne è anche la prima, quel sì senz'ombra di pentimento che il Padre ha detto nel suo figlio Gesù, un sì affidabile e accessibile mediante il dono dello Spirito di comunione che piega ciò che è rigido, che sana ciò che è ferito, che scalda ciò che è gelido, che scioglie ciò che è duro: guardando la croce di Gesù, vangelo vivo di una dedizione sconfinata, nessuno può e potrà dire di non essere stato raggiunto, fasciato, accolto, rinnovato, amato, anche se incappato nel male che sempre ci insidia, anche se gli è stato «portato via tutto. (it) |