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So benissimo che quella che si chiama conferenza serve nelle sale e nei teatri per lanciare negli occhi delle persone quelle punte di spillo, dove si infilzano gli irresistibili anemoni di Morfeo, e provocare certi sbadigli per i quali bisognerebbe avere una bocca da caimano.
Ho constatato che in genere colui che tiene una conferenza si mette in cattedra senza compiere il minimo sforzo per avvicinarsi al suo uditorio; parla di quel che sa senza il minimo logorio di nervi e con una mancanza totale di sentimento; tutto questo determina momentaneamente nei suoi confronti un odio profondo, che ci fa desiderare con tutto il cuore che scivoli scendendo dalla tribuna o starnutisca in modo così violento che gli cadano gli occhiali nel bicchiere.
Per questo sono venuto qui non a tenere una conferenza su temi studiati e preparati, ma a conversare con voi di ciò che nessuno mi ha insegnato, di ciò che è sostanza e magia, di poesia. (it) |