Mention294116

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so:text Secondo Benedetto Croce, Francesco De Sanctis ed alcuni critici contemporanei come il D'Amico, e se lo permettete anche secondo me, questa maschera è da ritenersi la più antica del teatro italiano. Essa supplisce con la furberia all'intelligenza e possiede in se stessa una duttilità intuitiva che le permette di adeguarsi ad ogni circostanza e di essere sempre presente a se stessa in qualsiasi situazione. Molto interessante è quanto scrisse Maurice Sand che si recò a Napoli per meglio conoscerla e si rese subito conto che nella sua patria la maschera era molto differente sia da quella francese sia dall'inglese. Lo scrittore francese ravvisò in Pulcinella il borghese napoletano, un po' grossolano, ma lo definì saturo di quello spirito mordace di cui l'abate Ferdinando Galiani era il tipo purgato. Insomma Pulcinella è la più completa rappresentazione del grottesco che ha inizio quando il serio si mescola col ridicolo, quando la figura muore nella caricatura, quando, a dirla con Salvador Dalì, a questa figura si danno le grucce. La maschera è viva perché è la caricatura più completa dei pregiudizi, dei vizi e delle abitudini. Con lui bisogna dire ...tira a campà ...e futtitenne, vero dettame di sapienza partenopea. (it)
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so:description Napoli dentro e... Napoli fuori (it)
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