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In un terreno dove, trattandosi dei nostri destini, siamo noi stessi i giocatori e il gioco, l'esaminato e gli esaminatori, la ragione umana viene a essere altro da quella facoltà autonoma e fredda che si può osservare di fronte a una partita di scacchi, pur difficile, o al problema di matematica anche più complesso. Qui è il sentimento, a precedere e quasi sempre a dominare: non limitandosi a impedire quanto più possibile il pensiero della morte, ma spingendosi oltre e aumentando la sua forza, quanto più la mente s'addentra nel cupo mistero di quel fatto. (it) |