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Non vorrei definirlo un dittatore ma quasi. Lui voleva sempre vincere e noi calciatori siamo tutti stronzi. Lo scudetto del '67, quello conquistato all'ultima giornata è merito suo. Noi avevamo già mollato, lui no. L'Inter tecnicamente era superiore, la Juve una squadra operaia. Però abbiamo vinto e ce lo siamo anche meritato. Una sera, dopo aver giocato in Coppa Campioni, quella di allora, mica la coppetta di adesso, contro l'Olympiakos, Heriberto bussa, entra in camera e mi assesta un pugno sullo stomaco. E urla: "Tua madre è una santa e tu sei un hijo de puta". Io reagisco e poco dopo parliamo come se nulla fosse. Gli chiedo: ma perché? E lui: "durante la partita il difensore greco che ti marcava, è andato due volte all'attacco". Mi sono preso un esaurimento nervoso. Heriberto mi ha distrutto mentalmente. Però era onesto, giocava chi era in forma. (it) |