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In pratica non ho voluto certo realizzare una variazione sul genere di Star Wars, bensì un’opera fantastica che io definivo come il mio Sinbad va su Marte, cioè un fantasy da "mille e una notte" pura; non nello stile di George Lucas, bensì in quello di Ray Harryhausen. In più nella storia ho messo il ritmo dei pulp letterari di fantascienza degli anni ’40 e ho preso tante situazioni dai vari romanzi di fantascienza d’azione letti in gioventù ea nche moltissime tratte dai fumetti. Credo di essere riuscito a confezionare un film autonomo, che ha ben poco in comune con Star wars, e che proprio per questo è piaciuto a tanta gente e a molti continua a piacere ancora oggi. (it) |